Interviene sul nostro blog, per partecipare al dibattito, un'amica del Presìdio del libro, la scrittrice avellinese Emilia Bersabea Cirillo
Miei cari,
mi permetto di intervenire nel dibattito scaturito dalla lettura
dell'articolo di Marco Ciriello: La scomparsa dei libri.
Devo dire che sono scomparsi, e concordo con Marco, dalle librerie
soprattutto i libri delle piccole case editrici, di quelle che non
possono pagare il costo di una distribuzione capestro, imposta dalle
Messagerie, dalla Feltrinelli, e dalla PDE e dalle catene proprie delle
librerie.
In una città come Avellino, dove la lettura non è una virtù, bisogna
per forza di cose chiedere al libraio di fiducia che ordini un libro,
di cui abbiamo letto o sentito da amici, e aspettare che arrivi,
soprattutto se il libro in questione è editato da case editrici di
nicchia o fuori dal giro suddetto.
E' anche vero, e questo l'articolo di Marco lo denunciava con molta
lucidità, che per comodo e per mercato( sicurezza della vendita, in
quanto prodotto richiesto) è consuetudine, anche nelle librerie di
Avellino, che sono legate alle reti delle case editrici che
rappresentano( Giunti, Mondadori e Guida) impostare pile di libri di
Vespa, Camilleri, Benedetta Parodi( ma sarà un libro?), Luciana
Litizzetto, ecc ecc, e magari tenere nascosti libri meno richiesti,
quelli di poesia più di tutti.
Credo che il problema generale e riguarda l'abbassamento del gusto,
della ricerca, anche dei libri, visti come prodotti da supermercato,
come saponette da impilare, come detersivi da smerciare, con sconti e
allettamenti del genere.
Certo, bisognerebbe sperare nella nascita ( o nella rinascita,
perchè la libreria Petroziello ne avrebbe tutte le potenzialità, la
tradizione, la competenza e da parte mia c'è la disponibilità per una
discorso di rifondazione in questo senso) di una vera libreria
indipendente per adulti, ( per bambini ci ha pensato egregiamente e
coraggiosamente Lia Tino con la sua bellissima Angolo delle storie,
lunga vita a Lia!!!) .Una vera e propria impresa economica ( anche
cooperativistica o associazionista) e che possa raccogliere una fascia
di lettori forti e di qualità. Perchè è di questo che parla Marco, se
credo di aver bene interpretato il suo articolo,di una verae propria
libreria indipendente che sappia indirizzare il lettore e che non sia
solo vittima delle scelte "letterarie" del mercato editoriale.
Ne sento la necessità anche io. Comprare su Ibs, come a volte ho
fatto, è come prendere un vestito su Postal Market: non sai che ti
arriva. Perchè un libro si annusa e sfoglia e spilucca, prima di essere
scelto.
Che fare? Parliamone, se volete.
Lo spero davvero.
Emilia Bersabea Cirillo
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