mercoledì 18 luglio 2012

Festa del tesseramento 2012, sabato 21 ...scritture invisibili e non solo...



Sostieni il Presidio del Libro di Avellino anche quest'anno e condividi con noi la nostra battaglia per un maggiore interesse alla lettura e per avere spazi sempre più accessibili dedicati ai libri e alla condivisione di storie e saperi.

Ti invitiamo a farlo trascorrendo con noi un pomeriggio spensierato e in allegria

PROGRAMMA:

h.18 - Flashbook - letture a ciel sereno per l'infanzia

h.19 - scritture invisibili - letture comunitarie di storie invisibili (ovvero potrete leggere, far leggere o semplicemente raccontarci e la vostra storia inedita).

L'evento ha il patrocinio morale del Comune di Avellino e si avvale dell'amichevole collaborazione di Progetto Mondodiluna, Koinè Art Lab, EleMenti, Cooperativa Mediatech, Libreria L'angolo delle Storie, Godot Art Bistrot, Misericordia di Avellino.

Chi vorrà potrà rinnovare o sottoscrivere la tessera del Presidio del libro di Avellino o finanziarlo attraverso il mercatino delle pulci dei libri.


Qui scaricate la locandina della manifestazione

domenica 8 luglio 2012

21 luglio: condividi con noi la tua storia invisibile!


Condividi assieme a noi la tua storia invisibile in occasione della festa del tesseramento della nostra associazione.

Ti aspettiamo sabato 21 luglio a partire dalle ore 19 all’anfiteatro dell’Ex-Eca di Avellino: potrai leggere, far leggere o semplicemente raccontarci e la tua storia. 

Non è necessario che abbia con te un manoscritto, l’importante è avere una storia e avere voglia di farla conoscere.
 
Se ti va, devi semplicemente mandarci una e-mail a presidiolibroav@gmail.com oppure telefonando o mandando un sms al 347/4977568, per metterti in contatto con noi e spiegarci cosa vuoi narrare.

Tutti i contributi scritti verranno custoditi presso la 'biblioteca Brautigan' , archivio di manoscritti inediti costituito da qualche mese presso il Godot Art Bistrot di via Mazas

lunedì 2 luglio 2012

Nel segno di Gaetano Vardaro per una rinnovata militanza culturale. Una nota congiunta del Presidio del Libro e di Koinè Art lab

fonte: http://www.canale58.com/



L’incontro di lunedì 25 giugno ‘PERCHE’ AD AVELLINO NON SI PRODUCE CULTURA? Gaetano Vardaro e l'associazionismo culturale avellinese attraverso le generazioni’ è stato un sorprendente successo sia per presenza di pubblico, che per l’intensità e gli spunti di riflessione emersi nel corso del dibattito.

Un’affermazione che rafforza in noi la volontà di far diventare questo incontro, con la mostra ad esso collegata , un primo passo di un confronto permanente, sia nel ricordo dell’esperienze di Vardaro e dell’Arci Avellinese, che più in generale sulle prospettive dell’associazionismo culturale nel capoluogo irpino.

Una discussione e un lavoro che vogliono essere naturalmente aperti ai contributi di tutti: pensiamo al portale web, avellinesi.it e al lodevole lavoro portato fin qui avanti dai suo curatori, ma anche, allo stesso tempo, alla costruzione di un rapporto più stabile e consolidato con il gruppo dirigente dell’ARCI provinciale, l’osservatorio politico-sindacale Gaetano Vardaro, professionalità del settore culturale che coraggiosamente operano sul  nostro territorio, alcune realtà imprenditoriali che hanno altrettanto  coraggiosamente deciso di investire nella cultura e i tanti singoli cittadini e associazioni che ci tengono a testimoniare il ricordo di quella stagione e costruire insieme un percorso atto a ridare piena dignità e degna quanto approfondita memoria a quella stagione di impegno.

Della figura di Gaetano Vardaro ci ha affascinato la capacità di riuscire a creare una vasta rete di rapporti e relazioni con tutto il mondo culturale italiano e la tenacia nel riuscire ad andare oltre egocentrismi ed esibizionismi, unendo e superando pregiudizi personali e steccati ideologici. 

Una eredità, questa, da custodire e di cui fare tesoro, convinti che oggi la voglia di condividere saperi, esperienze e passioni possano essere il motore per vivere e costruire, giorno per giorno, una città migliore.

Ci teniamo a sottolineare che siamo convinti che ad Avellino si produca cultura; la nostra provocazione, vuole servire  a tenere viva l’attenzione sul tema e provare a creare ponti tra gruppi e individui impegnati costantemente su questo fronte e che fino a questo momento sono riusciti a lasciare lodevoli testimonianze, ma non sono riusciti ad andare oltre. 

Insieme possiamo fare di più, riuscendo a proporre a tutta la città un approccio finalmente diverso e propositivo, oltre retoriche e slogan ormai logori. Solo così anche le istituzioni e gli amministratori riusciranno ad ascoltarci e a prenderci  sul serio.


Koinè Art Lab e Presidio del Libro Avellino

domenica 1 luglio 2012

Il parco dei libri. Investiamo nelle biblioteche pronto soccorso culturale



Mentre ad Avellino ragionavamo e ci confrontavamo sull'eredità della militanza culturale di Gaetano Vardaro e provavamo a capire lo stato dell'associazionismo in città e poi ci apprestavamo a dare il nostro contributo al Mas Fest con Leggo per legittima difesa; a Matera, promosso dal Comune e dalla Regione Basilicata in collaborazione con l'editore Laterza, dal 29 giugno fino ad oggi, ha avuto luogo la prima edizione della rassegna 'Polo Sud. Idee per il futuro'. 
Interessantissimi i seminari che hanno messo al centro i temi della partecipazione e il superamento della tradizione come paradigma per realizzare attività culturali, a cui ha partecipato anche la presidente nazionale della rete dei Presidi del libro, Marina Losappio.

Noi ci teniamo a segnalare la presenza di una nostra cara amica, Antonella Agnoli, che ha anticipato i contenuti del suo intervento in un articolo uscito ieri nella pagina centrale della sezione cultura de La Repubblica e che riportiamo qui di seguito, con il suo amichevole permesso. Concordiamo perfettamente con i contenuti e la proposte di Antonella. 

E' necessario partire da  politiche culturali che puntino, nel nostro Mezzogiorno, su servizi di base in grado di fornire alla cittadinanza strumenti e spazi per un'autentica alfabetizzazione culturale. Bisogna lasciare definitivamente da parte - aggiungiamo noi - la logica dell'evento e della passerella per qualche 'nome' che dà lustro per non più di una serata alle nostre comunità, ma che nella vita di tutti i giorni delle persone lascia ben poco.

Una biblioteca  può essere il luogo ideale per fare sì che questa svolta avvenga.

Qualsiasi dibattito sulla rinascita culturale dell'Italia, e in particolare del Sud, deve partire dalle biblioteche e dalla lettura, quei servizi indispensabili quanto gli asili nido e i pompieri che nel Sud sono assenti, o presenti solo di nome, in molte regioni. Ma occorre riflettere anche attorno alla scuola perché ormai sappiamo che milioni di italiani sanno riconoscere i caratteri a stampa ma di fatto non riescono a seguire un discorso sulla pagina scritta. Il dibattito di questi mesi su vari giornali e in vari festival ha fornito una quantità di dati in materia.

La scuola dovrebbe portare alla maturità quasi tutti i ragazzi e permettere a una quota rilevante di loro di accedere all’università. Cosa accade, invece? Nella classe d’età fra 20 e 24 anni solo il 6 per cento dei giovani è laureato, il 64 è diplomato. Il che significa che il 30 per cento, quasiun giovane italiano su tre, non arriva nemmeno alla maturità, con percentuali molto più alte al Sud. Nessuno ha ancora avanzato proposte concrete per riparare al disastro della scuola italiana, un comparto che nei fatti il governo Monti non sembra intenzionato a trattare diversamente da com’era stato trattato dal governo Berlusconi.

Che ruolo possono avere le biblioteche in tutto questo? Le biblioteche possono essere un’ancora di salvezza, non perché abbiano virtù taumaturgiche ma perché esse sono uno spazio comune, dove anche chi è stato emarginato dalla scuola può scoprire un libro, un giornale, un sito web che ridia speranza o almeno susciti interesse.

Le biblioteche sono luoghi di scoperta, di possibilità, a condizione che siano ben concepite e ben gestite, in modo innovativo. Anche in Italia ce ne sono, quasi sempre nel centro nord: grandi biblioteche come Sala Borsa a Bologna o la San Giorgio a Pistoia, o la Delfini a Modena, biblioteche di quartiere a Torino, Milano, Roma, biblioteche di piccoli comuni come Maiolati Spontini (AN), la Memo a Fano, le nuovissime di Meda e Mortara in Lombardia, Pieris in Friuli o il centro culturale di Cinisello Balsamo, di imminente apertura. Negli ultimi anni sono veramente molte la biblioteche che hanno fatto grandi sforzi per rinnovarsi.

Da qualche tempo si parla molto di “beni comuni”, facendo una gran confusione tra gli acquedotti e le opere d’arte, fra un museo del cinema e le piscine comunali. La biblioteca deve mostrare la sua indispensabilità come risorsa a disposizione della comunità: per farlo deve essere risorsa “aperta”, non autoreferenziale o gestita nel modo gerarchico e burocratico tipico del settore pubblico italiano, deve essere invece uno spazio flessibile e neutrale, un luogo accogliente, dove domanda e offerta di cultura possano incontrarsi, dove le domande sociali possono trovare le competenze necessarie per realizzarsi.

Non esistono altre istituzioni che possano accogliere tutti i ceti sociali, tutte le età, tutte le nazionalità. In questo sta la superiorità della biblioteca civica rispetto ai musei, alle librerie, ai festival, alle scuole: essa è un luogo dove si incontrano italiani e immigrati, studenti e professori, casalinghe e pensionati. Ha una vocazione a ricevere tutti su basi di uguaglianza e a rendersi utile a tutti: è un servizio universale che potrebbe reinventarsi fondendosi con altre istituzioni culturali in fondazioni che siano fuori dalle pastoie del pubblico impiego. 

Una biblioteca-teatro-cinema- museo-scuola per adulti è ciò di cui abbiamo bisogno, una sorta di “pronto soccorso” culturale. C’è una generazione di giovani da salvare e la nostra capacità di trovare informazioni, ampliare i contesti, dare spessore alla ricerca può essere messa al servizio di esperimenti di partecipazione che coinvolgano operatori del welfare, utenti, cittadini.

La biblioteca è un luogo dove affluiscono persone con risorse culturali molto diverse: fare in modo che queste risorse vengano almeno parzialmente condivise stimolando la partecipazione dei cittadini può diventare una forma di welfare di nuovo tipo, un tentativo di auto-organizzazione della società sempre più necessario.  Questo Nuovo Welfare si deve porre due obiettivi: uno è l’emergenza, l’aiuto ai cittadini in difficoltà attraverso la messa in comune di risorse culturali e organizzative, l’altro è l’obiettivo di lungo periodo di costruire una cittadinanza informata e competente. Gli amministratori che oggi pensano di tagliare i bilanci delle biblioteche non si rendono conto di stare segando il ramo su cui sono seduti: non ci possono essere consumi culturali per il museo del cinema, per i teatri o i concerti se non c’è un’educazione paziente al godimento di questi prodotti. Non saranno i telefonini, e neppure la scuola in crisi, a creare gli acquirenti di libri, i frequentatori del balletto o i visitatori dei bronzi di Riace di domani.

I consumi culturali hanno bisogno di un ecosistema favorevole, continuamente alimentato da iniziative diverse, da un’offerta ricca e attraente. Possiamo creare dei nuovi fruitori solo se offriamo ai giovani la possibilità di entrare in contatto con un’offerta culturale diversa da quella veicolata dalla televisione o dalle multinazionali della musica. Da questo punto di vista è necessario creare nel Sud mille luoghi come il Parco della Musica di Roma, dove accade di tutto e dove la musica classica, i concerti rock, le letture sull’antica Grecia e le lezioni sulla storia della città convivono felicemente, con un grande successo di pubblico.