sabato 16 aprile 2011

BENE LA SETTIMANA DELLA CULTURA, MA QUANDO APRIREMO DAVVERO LE BIBLIOTECHE AI NOSTRI CONCITTADINI?


Si avvia alla conclusione la XIII Settimana della Cultura, che anche sul territorio della nostra provincia ha proposto alla cittadinanza diversi luoghi da visitare liberamente, anzi con uno sforzo da parte delle istituzioni coinvolte che ha permesso la fruizione di ulteriori spazi espositivi.

Mi ha colpito, però, che tra i tanti luoghi che hanno presentato maggiori orari di apertura non ci fossero biblioteche. In particolare mi colpiva il caso della Biblioteca Provinciale, con le sue due striminzite aperture pomeridiane del martedì e giovedì, anche in questa occasione le cose non cambiassero. La Giulio e Scipione Capone rappresenta probabilmente una delle più importanti e sicuramente la più frequentata tra le biblioteche irpine. Verrebbe da dire che una settimana della cultura non fa primavera, ma se pensiamo che oltre i problemi di orari ridotti all’osso, da due anni non viene in alcun modo effettuato alcun intervento sul patrimonio librario, in pratica non si acquistano più libri, il quadro diviene ulteriormente preoccupante.

Quello che non comprendo è che, se esistono dei problemi di risorse e personale - comuni ad altre istituzioni simili, non solo nella nostra provincia ma in tutta la penisola -, in occasioni come la Settimana della Cultura, gli stessi enti che gestiscono la biblioteca provinciale danno alle stampe volumi con preziosissime edizioni, per valorizzare mostre, artisti e iniziative sul territorio. Che gli enti aiutino e sovvenzionino questo tipo di attività editoriali, assieme a mostre e convegni, è cosa legittima e anche doverosa. Quando però queste sono le uniche voci attive all’interno di una complessiva politica culturale, le cose a mio avviso cambiano e il confine tra le politiche e un mero clientelismo in campo culturale si fa davvero molto sottile.

La mia non è un’accusa verso questo o quell’assessore, ma verso la visione di un’intera classe dirigente, che troppo spesso si accontenta di fare cultura elargendo risorse per singole iniziative, siano essi festival o iniziative editoriali. Pensare che un luogo come una biblioteca potrebbe essere fruibile da parte dei cittadini con aperture pomeridiane, serali e nei week-end, che si provveda ad acquistare nuovi libri, con l’idea di fondo che la cultura non è la mera conservazione ed esposizione in una teca di un manoscritto o di un reperto, di una mera passione antiquaria o di un volume riccamente rilegato e patinato. La cultura, a mio avviso, è contatto diretto con il patrimonio materiale e immateriale, è confronto, condivisione di saperi e anche divertimento, tempo libero del cittadino; una cultura e una sua politica che così impostata può contribuire a rendere migliore, giorno per giorno, la qualità della nostra vita, non solo una settimana all’anno.

Non bisogna fare chilometri per capirlo, basterebbe guardare ogni sera, in una piazza zona centrale della nostra città , l’unica edicola aperta fino a tardi, ogni sera ben oltre le 22. Sono davvero tanti gli avellinesi che ci ronzano attorno, forse ne si vedono più là davanti che nell’unico cinema cittadino. Chiederei al suo titolare come vanno gli affari; secondo me, ci risponderà che le cose vanno molto bene.

Applicare una simile strategia, che dal punto di vista imprenditoriale si rivela vincente, anche nella gestione dei luoghi pubblici dedicati alla condivisione e allo scambio di idee, può rappresentare una svolta intelligente e che sicuramente farà contenta la collettività, non solo chi vivacchia con le attuali risorse distribuite ‘una tantum’.


Mario De Prospo – Presìdio del Libro Avellino. Cittadini per le biblioteche avellinesi

Pubblicato su "Ottopagine - Quotidiano dell'Irpinia" - 16 aprile 2011

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