sabato 24 novembre 2012

'Non passare per il sangue', qualche riflessione dopo l'incontro di giovedì



"Non passare per il sangue" di Eduardo Savarese (edito da E/O per la Collezione Sabot/age) è una storia delicata e insieme complessa. D’amore e di guerra. Di morte, di disperazione, di rassegnazione e insieme di speranza e risorgimento. Di rancori e di perdoni ma soprattutto di comprensione… Un romanzo che scava nell’animo dei personaggi, dei vivi e dei morti… Un romanzo di costanti battaglie interiori. E’ un racconto personale che si inserisce nella Storia, quella con la S maiuscola. E’ l’affermazione dell’identità costretta a fare i conti con la collettività in una dimensione assolutamente autentica... E’ il desiderio di raccogliere “quel fiore proibito” tanto desiderato. E’ la necessità di consumarsi per sentirsi migliori...

Non passare per il sangue è anche il senso stesso di questa opera prima… Non solo attraverso quelli che comunemente sono definiti legami di sangue si costruiscono relazioni vive, profonde, vere... E’ sterile l’amore omosessuale di Luca, uno dei protagonisti, e Marcello - il soldato, il figlio, il nipote, l’amante, il morto - ma la fecondità di un sentimento va oltre… sempre! Ne è ancor di più un esempio il rapporto tra Luca e Agar: la nonna, la yayà, la Mina Vagante (citando Ferzan Ozpetek).

E con questo stesso spirito di confronto e condivisione si è svolta – lo scorso giovedì 22 novembre ad Avellino – la presentazione del libro. A ospitare l’incontro, il consueto Angolo delle Storie di Lia Tino. Familiare l’atmosfera che ha accolto i tanti, tantissimi amici che hanno deciso di trascorrere insieme a noi un’ora dedicata al piacere della lettura. Ad alternarsi, la scrittrice Emilia Bersabea Cirillo, il direttore del Mattino di Avellino Generoso Picone e il sottoscritto… Disponibile e concreto, come il suo romanzo, l’autore ci ha aiutati a capire, ci ha coinvolti, trascinati in un’altra dimensione – quella di Agar, di Luca, di Marcello, di Sofia, di Miro – lontana eppure sorprendentemente reale e alla domanda: “Cosa significa essere un emergente oggi?”, ha risposto con quel sarcasmo partenopeo che tanto fa sorridere (a volte amaramente): “Bè… Passare per il sangue!”. 

Luca Imbimbo


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