domenica 26 giugno 2011

I Finalisti del Premio Strega 2011 incontrano Avellino: una testimonianza


Giovedì scorso Avellino ha avuto la fortuna di ospitare i finalisti del più improtante premio della narrativa italiana, il Premio Strega. 
Gli autori della cinquina di romanzi hanno incontrato il pubblico irpino, presso il salone dell Banca della Campania, nell'ambito della rassegna 'Aspettando Giffoni 2011'.
Uno dei membri del Presìdio avellinese, Antonio Vittorio Guarino, ha avuto la fortuna di seguire l'appuntamento. Gli abbiamo chiesto di realizzare una testimonianza per il nostro blog, eccovela:
Esco di casa alle 18:15.  Raggiungo la Banca  della Campania, dove  è previsto l’incontro con i cinque finalisti del Premio Strega. Appena entrato nell’Auditorium, trovo ad accogliermi una massa di studenti delle superiori, tutti in ghingheri per l’occasione. Vengono da tutta la Campania , alcuni persino da fuori regione.  Scopro più tardi che sono qui perché  la BdC donerà ai più meritevoli  delle borse di studio.
 Mi guardo attorno cercando di carpire il segreto di queste facce meritevoli e con somma delusione scopro che “ i migliori” hanno visi anonimi, anonimi perché uguali ai peggiori; nessun segno li contraddistingue: nessun pallore di leopardiana memoria, né occhialini tondi alla Simone Weil.  Le ragazze, per esempio, hanno abiti e accenti discutibili, cerchi enormi ai lobi delle orecchie, acconciature tristemente alla moda…
 Maria Concetta Mattei dà  il via alle presentazioni.  Dopo i consueti ringraziamenti, ecco i cinque finalisti: Bruno Arpaia, con ‘L’energia del vuoto’ ;  Luciana Castellina, con ‘La scoperta del mondo’; Mario Desiati, con ‘Ternitti ; Mariapia Veladiano, conLa vita accanto’, ed Edoardo Nesi, con il suo ‘Storia della mia gente’.
 Si comincia con l’autore napoletano Arpaia, ad  introdurlo  la voce dell’attore Luca Ward, che legge l’incipit del  suo romanzo.  L’opera, il cui titolo rimanda immediatamente allo studio della Fisica, sembra affrontare attraverso le vicende di Pietro Leone, della moglie Emilia, ricercatrice al Cern, e del figlio Nico, non solo le problematiche legate alle dinamiche della moderna famiglia italiana, in cui la donna è sempre più lontana dal modello di moglie-madre, ma anche le domande esistenziali che ciascun uomo si pone nel corso della vita.
 Si prosegue con Luciana Castellina. Maria Concetta Mattei traccia una breve biografia dell’autrice-giornalista e con mia grande sorpresa alle parole “ esponente del  gruppo de IL MANIFESTO” , scatta, prima un timido  battere di mani da parte di pochi inidentificabili spettatori  nascosti nel buio della sala, poi  un vero e proprio applauso, spontaneo, quasi liberatorio. Purtroppo a leggere gli stralci dal romanzo ‘La scoperta del mondo’ è l’attrice Sara Varone. Dico purtroppo perché la sua lettura è sciatta, svogliata, senza amore. Dubito persino che comprenda ciò che sta leggendo. E il mio pensiero va subito ai meritevoli dalle facce anonime premiati dalla Banca della Campania.
 Il libro della Castellina è sostanzialmente un diario, in cui la storia privata si  intreccia con la storia universale - una partita di ping pong  non è solo una partita di ping pong  se la tua compagna di giochi è la figlia del Duce!
 ‘La scoperta del mondo’, oltre che essere una testimonianza del passato, è un invito all’entusiasmo, all’idealità, all’utopia; è un invito rivolto alle giovani generazioni a non dimenticare quel che è stato, a non perdersi nell’immediato presente, ad avere una visione del futuro.
 Il più giovane dei finalisti è l’autore pugliese Mario Desiati, e il fatto che sia il più giovane lo si nota non solo dall’aspetto ma anche dall’immediata empatia che stabilisce col pubblico. Le sue battute pescano dall’attuale cultura pop e colpiscono istantaneamente gli ascoltatori che ne condividono il linguaggio. Per esempio, ad un certo punto  la Mattei  gli chiede: “ Quella ragazza sulla copertina del libro corrisponde al tuo ideale di donna?”
E lui : “No. È troppo…  teen per me. Preferisco le Milf.”
E la Mattei: “Cosa vuol dire Milf?”. Silenzio…  Dal pubblico si sente qualche brusio, gruppetti di ragazzi sghignazzano…
 Tralasciando questa nota di colore, Ternitti  ( che in dialetto pugliese sta sia per “tetto” che per  “Eternit”) è un romanzo impegnato. Protagonista è una donna che raccoglie in sé tutte le qualità delle donne del Sud, e più in generale dell’Italia: è determinata, passionale, comprensiva, battagliera.  Come si può dedurre dal titolo, l’opera tratta del dramma dell’amianto, ma non solo.
 Di nuovo la Varone va al leggio e lascia fuoriuscire dalla sua bocca parole che si perdono nell’ombra della sala. Solo quando finisce di leggere, capisco che si è passati al romanzo successivo ‘La vita accanto’. L’autrice è assente, per cui a parlarne è un editor dell’Einaudi. Dalle sue parole, dal suo discorso traboccante, spezzato, sospeso, trapela un entusiasmo che non avevo percepito nella presentazione dei libri precedenti. ‘La vita accanto’ è il racconto di un dramma: il dramma della bruttezza, del rifiuto, della difficoltà di chi si sente confinato nella propria inadeguatezza, da cui si può uscire, solo se, come Rebecca, la brutta protagonista del libro, scopriamo, aprendoci all’altro, il nostro talento,  la nostra vera bellezza.
 Arriva, infine, il turno di Edoardo Nesi, con ‘Storia della mia gente’.  Una testimonianza diretta delle difficoltà che deve affrontare  un piccolo imprenditore italiano nell’epoca della globalizzazione. Ma oltre a questo nel romanzo troviamo i segni di un grande amore: quello dell’autore stesso per la letteratura.
Sono le 19:30, prima che la Varone possa di nuovo proferir parola, lascio la sala.
 Antonio Vittorio Guarino

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